Scuola di Psicoterapia: nuove conoscenze sul funzionamento pre e post-natale del bambino
Le più avanzate modalità di intervento e prevenzione in fase evolutiva
A cura di Paola Barbara Bovo
Direttore Scuola di Psicoterapia Funzionale
Le scoperte più recenti sulla vita del piccolo umano prima della nascita, nell’utero materno, hanno fatto avanzare enormemente le conoscenze che avevamo rispetto alle capacità che il bambino possiede sin dall’inizio. Le ecografie tri- e quadri- dimensionale ci hanno restituito delle immagini fino a qualche anno fa impensabili su come è già il bambino in quel primo periodo della sua vita.
Il piccolino già si succhia il dito, si accarezza, si tocca il viso, si stropiccia gli occhi, dando piacere a se stesso, sbadiglia gioca dondolandosi con piccole scivolatine. E’ anche in grado di analizzare le armoniche musicali (riconoscendo il timbro di voce della madre) e sa pure calcolare il tempo. Infatti, se gli si fa sentire una voce vicina a lui tutte le sere alla stessa ora, lui a quell’ora esatta mostra con i suoi movimenti insoliti di aspettare questo momento di contatto e vibrazione importante.
E le ultime scoperte fatte sui gemelli ci hanno rivelato che, incredibilmente, il bambino già nell’utero materno cerca il contatto con l’altro, ha movimenti intenzionali verso l’altro, socializza e gioca con l’altro gemello. A maggior ragione, è sempre più chiaro che dopo la nascita abbiamo di fronte un sistema complesso, un individuo pieno e completo, in grado di avere un rapporto profondo e diretto con l’ambiente, con le persone che sono intorno a lui. Il bambino è un organismo integrato, un organismo, cioè, in cui i molteplici sistemi (cognitivo, emotivo, neurologico, endocrino, neurovegetativo, ma anche sensoriale, motorio ed espressivo) già sono tutti presenti e profondamente interconnessi ed inscindibili tra di loro.
Il bambino all’inizio non è un foglio di carta bianca, né un sistema incompleto non integrato, chiuso in un mondo suo, oppure totalmente contenuto all’interno del mondo e del pensiero materno. Al contrario, il bambino si rapporta chiaramente e direttamente agli adulti, li guarda negli occhi, li tocca, sorride loro. E si rapporta proprio con quel determinato adulto, si rapporta in modo evidente e in modo differente con la madre, il padre, con i fratelli, con gli altri. Distingue perfettamente il Sé dall’altro. Comunica, entra in contatto, richiede attenzione.
Non è solo oggetto passivo delle cure dell’adulto, ma è già dall’inizio molto attivo, capace di avere una profonda influenza sull’ambiente. Inoltre, ha già i suoi gusti e le sue preferenze, ha già una sua personalità. E tutto questo ci dà nuove ed importanti indicazioni su come rapportarsi a lui prima della nascita (benessere in gravidanza per la madre ed il bambino), ma soprattutto dopo la nascita, nei primi periodi e anche successivamente.
Queste incredibile scoperte ci fanno capire anche le modalità con cui un bambino si sviluppa. Oggi sappiamo che non è inizialmente un essere prevalentemente corporeo e vegetativo, un essere che solo successivamente diventa pensante e capace di intelligenza. Al contrario, come abbiamo già visto, il bambino è sempre corpo e mente insieme, è da subito un sistema cosciente, integrato, completo. Tutto questo ci dà chiarezza sui suoi bisogni fondamentali, cioè quei bisogni che devono essere tutti soddisfatti se si vuole che il bambino si sviluppi in modo pieno, realizzando tutte le sue potenzialità e restando pienamente e profondamente integrato. Si tratta di calore, di nutrimento, di essere all’interno di qualcosa che avvolge. Si tratta anche di curiosità, di esplorazione, di manipolazione. Parliamo anche di espressione, di espansione, di movimento. E anche di amore e sensualità. Senza queste direzioni di sviluppo la vita è praticamente inesistente, è solo un sopravvivere.
Ma il bambino, un essere mente-corpo, un essere complesso ed integrato, si muove nel mondo, fa esperienze e, interagendo con l’ambiente, deve vedere questi suoi bisogni fondamentali realizzati concretamente. Se guardiamo questo essere complesso che interagisce con un ambiente complesso ( e questa è la visione del Neofunzionalismo), possiamo senz’altro dire che esistono delle esperienze che non sono come le altre, esperienze molto particolari e speciali che il bambino deve attraversare in modo positivo per poter mantenere il livello di benessere profondo di cui ha bisogno.
Il Neofunzionalismo le ha individuate (e va continuando ad individuarle sempre meglio) e le ha definite Esperienze di Base del Sé (Luciano Rispoli 2004). Le ha studiate a fondo per comprenderne le caratteristiche e le modalità di svolgimento durante tutto lo sviluppo evolutivo. Si tratta di esperienze che possiamo distinguere chiaramente nella vita del bambino, esperienze che rendono possibile la soddisfazione dei suoi bisogni fondamentali. Parliamo, dunque, di Essere Tenuti e Contenuti, di Protezione, di Essere Presi e Portati, di Ricevere, di Essere Amati, di Essere Visti, Compresi e Apprezzati. Ma si tratta anche di esperienze più attive come Prendere, Cambiare l’altro, Portare l’altro dalla propria parte, affrontare; e ancora di Dare, Amare, così come di Esplorare, Percepire; e infine di Benessere, armonia, Calma, Controllo (non solo duro, ma anche morbido e allentato).
L’aver individuato questi elementi essenziali della vita del bambino, il loro modo di svolgersi durante il periodo evolutivo, ci dà grande chiarezza innanzitutto a livello di prevenzione. Il Neofunzionalismo ci ha mostrato, in modo preciso e dettagliato, che non si tratta di amare o non amare il piccolo, non si tratta di rimproverarlo o lasciarlo fare: queste sono categorie troppo ampie e generiche. Le Esperienze di Base, invece, ci danno indicazioni inequivocabili su come aiutare i bambini a stare bene, perché tutte le Esperienze devono essere attraversate dal bambino in modo pieno e positivo, aiutato appunto dagli adulti, al fine di prevenire inevitabili alterazioni. Le alterazioni all’inizio non sono ancora disturbi e sintomi, ma sono pienamente evidenti in una visione Funzionale. Se permangono diventano problemi e sintomi. Ma, ancora una volta, la conoscenza approfondita delle Esperienze di Base ci permetterà di capire dove si collochino veramente le alterazioni, quali Esperienze siano carenti, alterate, danneggiate. E questo ci offre linee guida molto precise anche nella cura e nell’intervento con l’infanzia, a tutti i livelli e a tutte le età, per un’ efficacia sempre maggiore e per risultati sempre più profondi e stabili.
Congresso CFI, Trieste IT
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