Luciano Rispoli Psicolologo: Lo Stress e il Traffico. Le conseguenze sulla salute – I disturbi da stress cronico – Trattamento e prevenzione attraverso la psicologia del Neo-Funzionalismo.
A cura di Luciano Rispoli
Psicologo Psicoterapeuta
L’articolo precedente inerente alla tematica stress, sono stati introdotti i sintomi e cosa si può fare per poter recuperare la nostra condizione di Benessere, nell’articolo che segue si affronta come lo stress può essere correlato al traffico e cosa succede alla nostra salute.
LO STRESS E IL TRAFFICO Le conseguenze sulla salute – I disturbi da stress cronico – Trattamento e prevenzione attraverso la psicologia del Neo-Funzionalismo.
Molte delle nostre città e il traffico sembrano essere un binomio inscindibile, che tra l’altro perdura negli anni nonostante l’avanzare di nuove scoperte scientifiche e nuove tecnologie. E questo finisce inevitabilmente per condizionare molte delle attività che si svolgono in città, con conseguenze, oramai scientificamente dimostrate, sulla salute.
E non si tratta solo dell’inquinamento degli scarichi delle auto, che pure esiste ed è altamente nocivo: ci sono anche inquinamenti che possiamo definire della percezione, del tempo, visivi, emotivi. Il procedere lenti e incolonnati, con una visuale dall’interno della vettura fatta di altre auto e di palazzi, e di ininterrotti manifesti pubblicitari, senza spazi aperti, cielo e luminosità piena; l’innervosirsi perché forse stiamo facendo tardi, siamo nel traffico e il tempo scorre; il cercare di superare il più possibile gli altri per fare prima, la ricerca difficile del parcheggio; le auto posteggiate dappertutto, anche quelle in seconda fila che strozzano e rallentano il flusso normale. Ma anche il camminare a piedi, scansando, cercando varchi dentro e fuori del marciapiede, stando attenti a moto e motorini che sbucano dappertutto.
Ritornando agli automobilisti, comunque, si finisce col ritrovarsi isolati nei confini della propria macchina, aldilà della quale gli altri sono delle presenze indistinte (certo non persone con cui si può entrare in contatto reale e positivo) se non addirittura dei potenziali nemici. Questo isolamento visivo, tattile e acustico fa si che non si è più realmente presenti nel momento attuale (se non nell’inquinamento percettivo) e si pensa inevitabilmente a ciò che si deve fare dopo, accumulando rabbia verso quel traffico che ci blocca in un qui ed ora inaccettabile.
L’aggressività è, dunque, l’inevitabile risposta ad una condizione che è di allarme e difesa; oppure ci si può ritirare in un distacco emotivo che non è benefico, oppure in una scissione non sana tra realtà esterna e il mondo delle emozioni e dei sentimenti…
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