Articolo Psicologia-Le bussole dello psicologo e la rotta verso il cambiamento.
A cura di Rosa Iannone Psicoterapeuta Funzionale
L’intervento psicologico ha come fine quello di stimolare il cambiamento: da una condizione di disagio ad una condizione di risoluzione di sintomi, di malessere, di confusione.
Berne specifica che il terapeuta non guarisce nessuno (Berne, 1966) ma può effettuare un trattamento al fine di far riemergere il potenziale curativo del paziente stesso.
Il punto centrale è che il terapeuta agisce in modo da condurre il paziente verso la rotta del cambiamento.
Lo psicologo/psicoterapeuta deve avere, all’interno della relazione con il paziente, la responsabilità di condurlo al cambiamento e deve, quindi, possedere idonei strumenti teorici ed operativi, come valide bussole di navigazione.
In epoca antica i navigatori si servivano di strumenti quali luna stelle e sole: poi l’invenzione della bussola permise di creare tecniche di navigazione e rotte più precise.
Così allo stesso modo, studi approfonditi e scoperte sull’uomo ma anche sul processo terapeutico hanno permesso di mettere a punto strumenti di diagnosi, di valutazione e tecniche di intervento che conducono al cambiamento in maniera accuratamente pensata.
COME SI AFFRONTA IL CAMBIAMENTO?
Concetti come malattia, sintomi, cura, guarigione sono affrontati dal campo medico così come da quello psicologico.
In campo medico-psichiatrico, a partire da E. Kraepelin in poi, uno dei padri della nosografia psichiatrica, si è cercato di classificare le varie sindromi psicopatologiche sulla base di sintomi identificabili e condivisibili, così si è arrivati alla stesura del DSM, manuale di psicodiagnostica, una bussola condivisa in tutto l’ambito medico e psicologico, ma che evidenzia come il paradigma medico sia entrato a far parte della nostra cultura: il che ha portato ad aumentare l’attenzione sul sintomo e di conseguenza la ricerca di una soluzione, per lo più farmacologica, che favorisca l’eliminazione del sintomo.
Il paradigma psicologico non nega l’esistenza né dei sintomi né della malattia, piuttosto cerca di attribuire un significato e un senso a queste espressioni psico-coproree.
Se il concetto di sintomo, malattia e quindi cura e guarigione appartengono ai costrutti propri del paradigma medico, nell’ambito del paradigma psicologico e della pratica psicoterapeutica è preferibile parlare di carenza, alterazione, disagio e in quest’ottica il Neo Funzionalismo, paradigma psicologico che si colloca al fianco delle neuroscienze, teorizza l’individuo come un’unità inscindibile psico-corporea.
In campo psicologico ci si interroga su cosa favorisca il cambiamento, cosa permette di passare dal malessere al benessere, dal disagio alla sua risoluzione, e ogni scuola di pensiero psicologico propone una sua teoria; il concetto di cambiamento nel paziente, quindi, è legato ad un corretto inquadramento epistemologico, ad una conoscenza dell’individuo e ad una griglia teorica di lettura dei suoi disagi.
Il Neo Funzionalismo ha messo a punto una teoria sul funzionamento della persona che offre una chiave di lettura dei disagi dell’individuo, che sono da inserire all’interno di un quadro evolutivo in cui il bambino non è stato ben accompagnato nelle sue esperienze fondamentali, basilari per il suo sviluppo. Da qui deriva una teoria etiopatogenetica che spiega le radici del malessere. Dal corpus teorico nasce la concreta possibilità di fare una diagnosi a partire dal disagio, e di operare un intervento di recupero e ricucitura di un tessuto psico-corporeo lacerato dal disagio, da alterazioni, da sintomi.
COME INTERVIENE LO PSICOTERAPEUTA FUNZIONALE?
L’agire del terapeuta Funzionale è quindi un navigare insieme al paziente per un recupero dei suoi funzionamenti; la sua rotta per il cambiamento sarà agevolata da una precisa valutazione e diagnosi per poter formulare un preciso progetto di intervento.
Le bussole, i suoi strumenti, messi a punto sulla base di anni di studi, osservazione, esperienza clinica e conseguenti alla teoria di base, sono molteplici: scheda diagnostica di primo colloquio e schede di valutazione per fare diagnosi, la possibilità di costruire un diagramma del paziente nel suo momento attuale, di tracciare fili che vanno dal disagio/sintomo alle sue radici, un modello di riferimento per strutturare un progetto e per definire gli obiettivi, e tecniche precise di intervento.
Si tratta, in definitiva, di varie bussole, complesse, integrate e tecnologicamente avanzate.
Su questo interessante tema, il 10 gennaio si terrà un Seminario Gratuito dal titolo “Le bussole dello Psicoterapeuta- Seminario Gratuito- Napoli
Ancora aperte le iscrizioni al nuovo anno accademico 2019, previo colloquio di ammissione. Per informazioni manda una mail a formazione@psicologiafunzionale.it
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